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Piero Golia

1974, Napoli, Italia 
Vive e lavora a Los Angeles, USA

Artista poliedrico e provocatorio, la cui poetica si rifà a un’impronta neodadaista, Golia ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano sulla scena internazionale grazie a sculture ed azioni sospinte ai limiti del reale, svelando, con lucida ironia le contraddizioni del nostro tempo.

site-specific | opera temporanea

Concrete cube
with glass chandelier

2024
Calcestruzzo, armatura e lampadario di vetro

Artista poliedrico provocatore di impronta neodada,  si è imposto nel panorama internazionale con azioni  performative sospinte al limite del reale che additano con lucida ironia le contraddizioni della  contemporaneità. 

Quest’opera consiste in un cubo di cemento con un  lampadario di vetro incastrato al suo interno. L’idea  è semplice: far sprofondare un oggetto nel cemento  finché questo non si indurisce e intrappola l’oggetto per  sempre, eliminando la sua funzionalità e portandolo nel regno della scultura. Come appena crollato dal soffitto  settecentesco di Palazzo Diedo Golia blocca l’attimo nel  contrasto tra la fragilità del vetro e l’eternità imperitura  del cemento metaforicamente riferendosi al rapporto tra  tradizione e modernizzazione.

Courtesy of the artist

Foto di Massimo Pistore

site-specific | opera temporanea

Untitled (floor)

2025
Marmo, vetro e cemento

Come accade frequentemente nella sua pratica, l’opera si configura come un’esperienza in divenire, articolandosi in due fasi distinte che invitano lo spettatore a cogliere la realtà mentre essa prende forma.

Nel 2024, in occasione della mostra inaugurale di Palazzo Diedo, intitolata Janus, facendo fronte agli imprevisti per il restauro dell’edificio che hanno ritardato il completamento della sua opera, Golia ha scelto di esporre lo spazio privo di pavimentazione, lasciando in bella vista non solo i materiali destinati alla sua realizzazione, ma anche gli operai, che restavano pronti a concludere il lavoro. Un anno dopo, la seconda fase del progetto si è compiuta a porte chiuse, con la posa definitiva del pavimento, integrandosi perfettamente con il resto dell’edificio.

Courtesy of the artist

Foto di Filippo Rossi / Marco Cappelletti Studio

Palazzo Diedo
Berggruen
Arts & Culture

Contatti
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Fondamenta Diedo
Cannaregio 2386
30121 Venezia