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Liu Wei (ita)

Liu Wei

1972, Pechino, Cina 
Vive e lavora a Pechino, Cina

Throw a Dice

2024 
Fibra di vetro, lastra in polietilene, lastra acrilica, lega di alluminio,  legno, light box LED 

Liu Wei si muove con disinvoltura tra i diversi media  senza una tendenza stilistica unitaria: concettualismo,  satira e umorismo sono i tratti distintivi delle sue opere. 

Con Throw a Dice, un’installazione site-specific  permanente creata per l’ingresso di Palazzo Diedo,  Liu Wei prosegue la sua esplorazione sulla scultura, gli  ambienti architettonici e il corpo umano. Accogliendo  i visitatori in un ambiente immersivo costellato di  animali fantastici, questa nuova installazione, onirica  e funzionale allo stesso tempo, amplifica i continui  interrogativi filosofici dell’artista su cosa significhi  essere umani. Ispirandosi all’ambiente architettonico  circostante, l’opera fa svanire la distanza tra passato e  presente.

Courtesy of the Artist and Lehmann Maupin,  New York, Seoul and London

 

  • Liu Wei, Throw a Dice, 2023 - 2024

    Liu Wei, Throw a Dice, 2023 - 2024

  • Liu Wei, Throw a Dice, 2023 - 2024

    Liu Wei, Throw a Dice, 2023 - 2024

  • Liu Wei, Throw a Dice, 2023 - 2024

    Liu Wei, Throw a Dice, 2023 - 2024

Foto di Massimo Pistore

Speculation N. 2

2024
Fibra di vetro, acciaio, lega di alluminio, vernice per auto, acrilico

Adventure 3

2024
Olio su tela

Liu Wei si muove con disinvoltura tra i diversi media senza  una tendenza stilistica unitaria: concettualismo, satira e  umorismo sono i tratti distintivi delle sue opere. 

Wei, in Speculation No.2, utilizza un linguaggio ibrido  visivo e cognitivo con materiali e forme evocanti  l’antichità: la scultura è composta da una sfera metallica e  da una struttura cava che richiama le formazioni naturali  delle grotte. Il corpo abbozzato di un leone emerge dalla  grotta, quasi fondendosi con la struttura stessa, mentre la  sua forma è avvolta da un serpente che si protende oltre la  struttura principale nello spazio dell’osservatore. 

In Adventure 3, Wei esplora l’umanità e il rapporto tra corpo  e materia tramite allegorie teologiche di creazione, salvezza  e caduta, riflettendo la trasformazione della vita umana e  sociale influenzata da schermi, dati e tecnologie. Adventure  3 è presentato per la prima volta a Palazzo Diedo.

Courtesy of the Artist and Lehmann Maupin, New York, Seoul and London

Liu Wei, Adventure 3, 2024

Liu Wei, Adventure 3, 2024

Foto di Matteo Catania - Hubove Studio

Liu Wei, Speculation N.2, 2024

Liu Wei, Speculation N.2, 2024

Foto di Matteo Catania - Hubove Studio

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Lee Ufan (ita)

Lee Ufan

1936, Kyongnam, Corea del Sud
Vive e lavora tra il Giappone e la Francia

Beyond Venice
Response (3)

2023-2024
Acrilico su tela

Lee Ufan è uno dei più importanti esponenti della scuola  giapponese Mono-Ha, che si concentra sull’uso di  materiali grezzi e appena manipolati. Nel 1991 ha iniziato  la serie di dipinti Correspondence, caratterizzata da un  paio di pennellate nei toni grigio-blu realizzate unendo  olio a pigmenti di pietra frantumata e applicate su una  vasta superficie bianca. Il rapporto tra spazio dipinto/ non dipinto e spazio occupato/vuoto è al centro della  pratica di Lee Ufan. 

Per Palazzo Diedo, Lee Ufan ha realizzato una serie di  opere intitolata Beyond Venice, che comprende oltre  ai tre dipinti di grandi dimensioni, un affresco a soffitto  permanente e tre installazioni. 

  • Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

    Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

  • Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

    Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

  • Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

    Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

  • Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

    Lee Ufan, Beyond Venice Response (3), 2023 - 2024

Foto di Massimo Pistore

Beyond Venice
Relatum - Sound box

2024
Acciaio, pietra, vernice nera

Nelle installazioni di Ufan lo spazio è allo stesso tempo  integro e affollato, al confine tra il fare e il non fare. Le  sue opere mettono in risalto il processo, i materiali e il  coinvolgimento esperienziale dello spettatore. La sua  

arte fonde elementi di minimalismo, land art e concetti  tradizionali asiatici di spazio e paesaggio. Al centro vi  è la ricerca della trascendenza: non si concentra sulla  creazione di oggetti artistici, ma utilizza l’arte per rendere  visibile il silenzio e la vacuità circostanti, definendoli “il  grande cosmo abbagliante”. 

  • Lee Ufan, Beyond Venice Relatum - Sound box, 2024

    Lee Ufan, Beyond Venice Relatum - Sound box, 2024

  • Lee Ufan, Beyond Venice Relatum - Sound box, 2024

    Lee Ufan, Beyond Venice Relatum - Sound box, 2024

Foto di Massimo Pistore

Beyond Venice
Relatum - The Notion of Stone

2024
Pietra, vernice, lampadina

La minimalista serie scultorea Relatum è costituita da  una o più pietre chiare e rotonde e da lamiere in ferro  scure e rettangolari. L’artista approfondisce il dialogo  con il mondo orientale, grazie all’inserimento nello spazio di grosse pietre naturali, per creare dialoghi tra forme  e materiali di notevole intensità poetica e sperimenta  nuove relazioni spaziali attraverso sculture realizzate con  materiali organici.

Lee Ufan, Beyond Venice Relatum - The Notion of Stone, 2024

Lee Ufan, Beyond Venice Relatum - The Notion of Stone, 2024

Foto di Massimo Pistore

Response

2024
Affresco 

L’affresco Response è stato eseguito appositamente  dall’artista per Palazzo Diedo.

Lee Ufan, Beyond Venice - Response, 2024

Lee Ufan, Beyond Venice - Response, 2024

Foto di Massimo Pistore

Relatum - The Location

2024
Acciaio, pietra

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Aya Takano (ita)

AYA TAKANO

1976, Saitama, Giappone 
Vive e lavora a Kamakura, Giappone 

 

Happy and joyous days

2024  
Affresco

 

Pittrice, illustratrice, saggista di fantascienza e mangaka,  AYA TAKANO ha costruito un universo personalissimo,  fatto di infiniti mondi, ognuno dei quali rappresenta  un mezzo per sfuggire alla realtà, alla gravità e ai suoi  vincoli, per raggiungere una sorta di trascendenza. 

Happy and joyous days di AYA TAKANO, opera  permanente per il bookshop di Palazzo Diedo, è  un dipinto a soffitto realizzato con l’antica tecnica  dell’affresco a giornate ispirato a Venezia, la città  dell’acqua. In contrasto con gli affreschi tradizionali,  che solitamente raffigurano divinità, angeli o draghi  che ci osservano dal cielo, l’opera di TAKANO ribalta  i piani: lo spettatore che guarda verso l’alto si trova  completamente immerso nel mare veneziano in cui una  sirena in versione manga fluttua insieme a un Leone di  Venezia e creature marine, mentre alla deriva si scorge il  volume Il mercante di Venezia.

Courtesy of the artist and Galerie Perrotin, Paris

  • AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

    AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

    AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

  • AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

    AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

    AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

  • AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

    AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

    AYA TAKANO, Happy and joyous days, 2024

Photo by Massimo Pistore. Courtesy of the Artist, Perrotin and Palazzo Diedo / Berggruen Arts and Culture. ©2024 AYA TAKANO/Kaikai Kiki Co., Ltd. All Rights Reserved. © UNISVE - Ilaria Zago

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Hiroshi Sugimoto (ita)

Hiroshi Sugimoto

1948, Tokyo, Giappone
Vive e lavora a New York e Tokyo 

 

Enlightning

2024
Tessuto stampato

La pratica multidisciplinare di Hiroshi Sugimoto esplora  i temi del tempo, dell’empirismo e della metafisica.  Basandosi sulla padronanza tecnica della tradizione  fotografica classica, esamina i modi in cui la fotografia può  tenere traccia di forze invisibili della natura.  

Enlightning, un’ibridazione delle due parole “Illuminismo”  e “Illimunimazione”, riflette l’unione tra le due celebri serie,  Lightning Fields e Opticks, entrambe nate dall’esame  della natura. L’artista considera l’Illuminismo, il movimento  scientifico e intellettuale europeo che sosteneva la  convinzione che una “legge naturale” fosse alla base di  tutti gli aspetti della vita, e l’illuminazione, o kensho, della  filosofia buddista che invece fa riferimento a un risveglio  in cui si sperimenta la vera natura del sé, come concetti  complementari, due facce della stessa medaglia. Esaminare  il mondo che ci circonda per capire la natura della vita e  guardare dentro di noi per capire la natura del sé.  

Il soffitto Enlightning è stato realizzato appositamente per  Palazzo Diedo.

Courtesy of the artist

  • Hiroshi Sugimoto, Enlightning, 2024

    Hiroshi Sugimoto, Enlightning, 2024

  • Hiroshi Sugimoto, Enlightning, 2024

    Hiroshi Sugimoto, Enlightning, 2024

Foto di Massimo Pistore

Opticks 062, 163, 050, 061

2018/2022  
Stampa C-print

Isaac Newton 
Opticks: or, A Treatise of the Reflexions, Refractions, Inflexions and Colours of Light
Pubblicato nel 1704

La pratica multidisciplinare di Hiroshi Sugimoto  comprende fotografia, scultura, arti performative e  architettura. Le sue opere esplorano la storia e l’esistenza  temporale indagando i temi del tempo, dell’empirismo  e della metafisica. Basandosi sulla padronanza tecnica  della tradizione fotografica classica, esamina i modi in  cui la fotografia può tenere traccia di forze invisibili della  natura.  

Le nove fotografie della serie Opticks si ispirano alle  ricerche di Isaac Newton sulla natura della luce. Sugimoto ha ricreato gli esperimenti dello scienziato  utilizzando un prisma che scompone la luce bianca nei  suoi colori costitutivi. Nate da un’indagine scientifica,  le fotografie che ne derivano presentano sublimi  composizioni astratte. Una copia originale dell’opera di  Isaac Newton Opticks: or, A Treatise of the Reflexions,  Refractions, Inflexions and Colours of Light è in mostra  insieme alle fotografie ispirate al libro.

Courtesy of the artist

  • Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

    Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

  • Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

    Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

  • Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

    Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

  • Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

    Hiroshi Sugimoto, Opticks, 2018 - 2022

Foto di Massimo Pistore

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Jim Shaw (ita)

Jim Shaw

1952, Midland, USA  
Vive e lavora a Los Angeles, USA

The Split Fountain

2024
Vernice acrilica, fibra di vetro, acquaresina, schiuma EPS, resina  epossidica, legno e acciaio

The Split Fountain
#1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8, #9, #10

2024
Stampe serigrafiche su carta

Artista dalla produzione enciclopedica, caotica e schizoide,  ispirata al cut-up burroughsiano, Shaw non fa distinzione  tra mainstream e underground, mescolando tv, fumetti, la  Bibbia, film horror, heavy metal, gore, punk e psichedelìa.  Un panorama ipertrofico di temi restituito attraverso un  altrettanto eterogenea mescolanza di stili e linguaggi visivi,  cercando sempre una corrispondenza ragionata tra tecnica  e contenuto narrativo. 

Influenzato da epocali fratture psichiche e culturali nella  storia dell’umanità, come la scoperta della psilocibina e  la creazione della bomba atomica, Shaw ha creato The  Split Fountain, una doppia rappresentazione con un fungo  magico da un lato e la nube a fungo prodotta dalla bomba  atomica dall’altro. Accanto alla scultura, Jim presenta una  serie di dieci stampe psichedeliche ispirate alle registrazioni  delle visioni e dei sogni di Carl Jung e alle interpretazioni di  McLuhan sui tuoni di Joyce tratte da Finnegans Wake. 

Courtesy of the artist and Gagosian Gallery

  • Jim Shaw, The Split Fountain, 2024

    Jim Shaw, The Split Fountain, 2024

  • Jim Shaw, The Split Fountain, 2024

    Jim Shaw, The Split Fountain, 2024

  • Jim Shaw, The Split Fountain, 2024

    Jim Shaw, The Split Fountain, 2024

Photos by Massimo Pistore and Matteo Catania - Hubove Studio

The Alexander Romances

2024
Acrilico su fondale in mussola, acrilico su pannelli di legno e  modanatura decorativa in legno

Artista dalla produzione enciclopedica, caotica e  schizoide, ispirata al cut-up burroughsiano, Shaw non fa  distinzione tra mainstream e underground, mescolando  tv, fumetti, la Bibbia, film horror, heavy metal, gore, punk  e psichedelìa. Un panorama ipertrofico di temi restituito  attraverso un’altrettanto eterogenea mescolanza di stili  e linguaggi visivi, cercando sempre una corrispondenza  ragionata tra tecnica e contenuto narrativo. 

Ispirandosi al mito di Alessandro Magno, Jim Shaw  realizza per il soffitto di Palazzo Diedo un dipinto su  una vecchia scenografia in tela egiziana raffigurante  la consacrazione di Alessandro come figlio del Dio  Amon nel tempio dell’oasi di Siwa. L’immagine centrale,  in cui il tratto iperrealista si sovrappone allo sfondo  originario del supporto, è circondata da una cornice di  grottesche dense di simboli di bruegeliana memoria che  rappresentano uomini e creature fantastiche incontrati  da Alessandro Magno durante la sua conquista del  mondo. 

Courtesy of the artist and Gagosian Gallery

  • Jim Shaw, The Alexander Romances, 2024

    Jim Shaw, The Alexander Romances, 2024

  • Jim Shaw, The Alexander Romances, 2024

    Jim Shaw, The Alexander Romances, 2024

  • Jim Shaw, The Alexander Romances, 2024

    Jim Shaw, The Alexander Romances, 2024

foto di Massimo Pistore e Matteo Catania - Hubove Studio. Per concessione di Palazzo Diedo

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Palazzo Diedo
Berggruen
Arts & Culture

Contatti
+39.041.0980227
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Fondamenta Diedo
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30121 Venezia